Erstellt am: 16.06.2023
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Kategorie: News
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Bundesgericht : 5A_327/2023

Ritorno di una minore

“La CArap mira a ripristinare lo status quo ante (DTF 133 III 146 consid. 2.4), assicurando il ritorno immediato - nello Stato della loro dimora abituale - dei minori trasferiti o trattenuti illecitamente in qualsiasi Stato contraente (v. art. 1 lett. a CArap unitamente al preambolo della stessa). Sia la Svizzera sia la Francia hanno ratificato tale convenzione.  

Il trasferimento o il mancato ritorno di un minore è considerato illecito quando avviene in violazione di un diritto di custodia attribuito a una persona, a un'istituzione o ad ogni altro ente, solo o congiuntamente, dal diritto dello Stato in cui il minore aveva la dimora abituale immediatamente prima del suo trasferimento o del suo mancato ritorno (art. 3 cpv. 1 lett. a CArap) e quando tale diritto era esercitato di fatto, solo o congiuntamente, al momento del trasferimento o del mancato ritorno, o lo sarebbe stato se non fossero occorsi tali avvenimenti (art. 3 cpv. 1 lett. b CArap). 

La CArap non contiene una definizione della nozione di "dimora abituale". Tale nozione va definita in modo autonomo (segnatamente rispetto all'art. 20 LDIP [RS 291]) e uniforme nell'ambito delle Convenzioni dell'Aia relative ai minori (in particolare della Convenzione dell'Aia del 19 ottobre 1996 concernente la competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori [Convenzione sulla protezione dei minori, RS 0.211.231.011]). La dimora abituale si fonda su una situazione meramente fattuale (sentenza 5A_877/2020 del 20 novembre 2020 consid. 4.1 con rinvii), che non contempla una dimensione soggettiva legata all'esistenza di un animus manendi (sentenza 5A_846/2018 del 6 novembre 2018 consid. 4 con rinvio). Determinante è il centro effettivo della vita del minore e delle sue relazioni (DTF 110 II 119 consid. 3). Oltre alla presenza fisica del minore, occorrono quindi altri fattori che siano atti a indicare che tale presenza non ha unicamente un carattere temporaneo o occasionale e che la dimora del minore manifesta una certa integrazione in un contesto sociale e familiare; sono segnatamente determinanti la durata, la regolarità, le condizioni e i motivi del soggiorno sul territorio, la nazionalità del minore, il luogo e le condizioni della scolarizzazione, le conoscenze linguistiche, nonché i rapporti sociali e familiari del minore (sentenze 5A_877/2020 cit. consid. 4.1 con rinvii; 5A_933/2020 del 14 aprile 2021 consid. 1.1 con rinvii, in RSPC 2021 pag. 607). La dimora abituale va definita per ciascuno singolarmente. La dimora abituale di un figlio coincide tuttavia di norma con il centro della vita di un genitore almeno; trattandosi di un neonato o di un bambino piccolo, sono decisive, quali indizi della sua dimora abituale, le sue relazioni familiari con il genitore cui egli è affidato. Un soggiorno di sei mesi crea in linea di principio una dimora abituale, ma la dimora può anche divenire abituale subito dopo il cambiamento del luogo di soggiorno se, per la presenza di altri fattori, è destinata a essere duratura e a sostituire il precedente centro della vita e delle relazioni (sentenze 5A_193/2023 del 6 aprile 2023 consid. 2.1; 5A_933/2020 cit. consid. 1.1 con rinvii). 

Nella determinazione della dimora abituale del minore ai sensi della CArap non si ha di regola una prova chiara; il giudice deve piuttosto effettuare un apprezzamento dei summenzionati fattori. L'apprezzamento di tali indizi e le conclusioni di fatto, tratte da tali indizi, sono questioni che il Tribunale federale esamina soltanto sotto il profilo dell'arbitrio e a condizione che la relativa censura sia sollevata e motivata conformemente all'art. 106 cpv. 2 LTF (sentenza 5A_164/2013 del 18 aprile 2013 consid. 3; v. anche supra consid. 1.3). 

 Da quanto precede discende che il ricorso va respinto nella misura in cui è ammissibile. 

La procedura con la quale viene chiesto il ritorno di un minore è, in linea di principio, gratuita (art. 26 cpv. 2 CArap e 14 LF-RMA). La Francia ha tuttavia formulato una riserva, dichiarando di essere tenuta al pagamento delle spese di cui all'art. 26 cpv. 2 CArap solamente in quanto dette spese possano essere coperte dal suo sistema di patrocinio giudiziario e giuridico (art. 26 cpv. 3 e 42 CArap). La Svizzera applica in tal caso il principio di reciprocità (art. 21 cpv. 1 lett. b della convenzione di Vienna del 23 maggio 1969 sul diritto dei trattati [RS 0.111]) e garantisce quindi la gratuità solo nel quadro dell'assistenza giudiziaria nazionale (v. sentenza 5A_850/2022 del 1° dicembre 2022 consid. 4 con rinvii). Atteso che la ricorrente non ha formulato alcuna domanda di assistenza giudiziaria, le spese giudiziarie vanno poste a suo carico (art. 66 cpv. 1 LTF); esse comprendono anche i costi per la rappresentanza della minore (v. sentenza 5A_617/2022 del 28 settembre 2022 consid. 9 con rinvio). Le ripetibili della presente procedura sono pure poste a carico della ricorrente (v. art. 68 cpv. 1 e 2 LTF).”

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